
La degradazione di Napoli e del meridione è stata innanzitutto ambientale e ha trascinato con sè quella esistenziale, sociale e criminale. "Anche un ragazzo povero può crescere felice col sole e con il mare" scriveva Albert Camus. A Napoli il sole non c'è più. Se la si lascia con la nave la si vede immersa in una caligine fosca. Se guardate il mare da terra vi può sembrare ancora azzurro per un'abitudine ottica. Ma visto dall'aereo è marrone quasi fino a Capri. I napoletani vivono in questa abitudine ottica e credono ancora - o fingono - di avere 'O sole mio', il mare e il 'golfo più bello del mondo'. Ma non è più così. Da tempo. E questo, come notava Ghirelli, ha cambiato il loro carattere. Quando ti tocca vivere tra cumuli di immondizia, perdere ogni giorno tre ore del tuo tempo nel traffico, in una città caotica e sporca, quando la sera torni a casa sei stressato, peggio di un milanese". E fa male al cuore, per contrasto, vedere in certi dettagli, per esempio nell'eleganza con cui nei caffè del centro il cameriere ti serve, i residui malinconici dello splendore di una città che fu fra le capitali della cultura europea. Con la città è cambiata profondamente anche la sua malavita che non è più quella bonaria, ironica, scanzonata e professionale dei tempi di 'U' Scurnacchiato'. E' la malavita feroce che si è enormemente arricchita con la speculazione edilizia, i rifiuti industriali tossici e non traffica più con le sigarette ma con la droga, i rifiuti e i suoi colossali profitti. La guapperia si è mutata in violenza belluina che informa di sè il mood dell'intera città, soprattutto nelle generazioni più giovani. E la contiguità, un tempo in fondo innocua, fra Napoli-bene e Napoli-male si è mutata in un diretto intreccio di affari e di interessi in cui è difficile fare distinzioni. La fantasiosa anarchia napoletana ha distrutto prima il tessuto ambientale della città poi quello esistenziale e sociale. Poteva funzionare quando la società era più semplice, più piccola, più trasparente, più controllabile, più umana. Adesso è solo autodistruttiva. Nella complessità e nell'anonimato della modernità ha finito per cancellare l'habitat in cui era possibile. Napoli, con o senza esercito, non è più redimibile. E' marcia fino al midollo. Perchè non più redimibili sono i napoletani. E l'impressione è che anche l'Italia, se continuerà sulla strada , che ha imboccato da tempo, dell'anarchia, della faciloneria, del pressapochismo, dello 'stellone', del 'mi arrangio come posso', dell'illegalità non solo diffusa ma anche sotterraneamente ammirata, come, sotto sotto, è ammirato il guappo che con un coltello ha messo sotto due ragazzi più grandi di lui, diventerà un'unica avvilente e invivibile Napoli.
Tutto passa tranne l'emergenza rifiuti,Bassolino,il governo Prodi,Andreotti. Stati, imperi, religioni.Il tempo li cancella e li consegna ai libri di Storia. Lo Stato Italiano postunitario, postmonarchico, postfascista, e, attualmente, cattopostcomunista, passerà come tutto il resto. Ma quando? Se l’Italia avesse sei mesi di vita cosa farebbero gli italiani? Festeggerebbero? Un signore inglese soffre di dolori addominali. Come gli italiani durante i discorsi dei loro dipendenti politici. In ospedale gli danno sei mesi. Inizia il miglior periodo della sua vita. Spende tutto quello che ha in vacanze, ristoranti di lusso, alberghi. Mette da parte il vestito per il suo funerale: abito nero, camicia bianca e cravatta rossa. Allo scadere del sesto mese i medici si accorgono che non ha nulla. Un errore. L’ex paziente è disperato: è rovinato economicamente e non è neppure morto. Qui da noi è l’opposto, continuano a dirci che l’Italia è uno Stato vero, che gode di ottima salute. Gli italiani sono sospettosi, ma sono anche degli inguaribili ottimisti che credono nella provvidenza. Cinque anni dello psiconano gli avevano ridato la speranza. Quella di un cambiamento. Per un quinquennio hanno sperato di guarire dai dolori gastrointestinali. La digestione era quella che era con tutta la m..da da inghiottire. Le votazioni avrebbero dovuto cambiare tutto, ma non è cambiato niente o quasi niente. Che è la stessa cosa. L’ex elettore è disperato: è distrutto politicamente ed è ancora in vita. Abbiamo fatto l'Italia, mancavano gli italiani. Gettiamo la spugna. Ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti in 150 anni. L’idea dell’Italia è fallita. Torniamo agli Stati preunitari dell’ottocento: al Granducato di Toscana, al regno dei Borboni, al Lombardo Veneto. A prima di Garibaldi, del Risorgimento, delle stragi dei meridionali, del fascismo, di due guerre mondiali e dello sfascio della seconda repubblica. Stavamo meglio ed eravamo più in salute. Ho ragione o sto derivando?
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