
La quantità di rifiuti prodotta da un inceneritore è superiore alla quantità di rifiuti che brucia. E' una considerazione elementare, frutto di un minimo di logica e di una legge naturale che risale addirittura al '700: la legge di Lavoisier. Ciò che fanno gli inceneritori, dunque, è trasformare una quantità di rifiuti visibili in una quantità ancor più grande di rifiuti invisibili ed immensamente più dannosi per la salute. Ciò che fanno media disinformatori servi del potere e malfattori di ogni genere (dai politici agli scienziati "stipendiati") è lucrare sul fatto che la gente vuole essere tranquillizzata: bruciamo i rifiuti e puff!, non ci sono più, e stiamo tutti bene.
Lo sapete che un inceneritore produce più rifiuti di quanti ne elimina? Dai dati ufficiali 2001 del "Quaderno di sintesi n°54 dell'ASM di Brescia", sappiamo che il locale inceneritore, uno dei più moderni, nell’anno 2000 ha trattato 265.000 tonnellate di rifiuti. Questo trattamento ha prodotto 74.000 tonnellate di rifiuti speciali solidi. (Scorie: 58.000 ton. + ceneri: 3.000 ton.+ 13.000 ton. di polveri filtrate e depositate all’estero, pagando, in miniere esaurite di salgemma) e ben 283.000 ton. di anidride carbonica (CO2), principale responsabile dei gas serra! Il totale dei rifiuti usciti dall'inceneritore è stato perciò: 74.000+283.000 = 357.000 ton. di rifiuti. Ben 92.000 ton. in più di tutti i rifiuti inceneriti! E non è facile entrare in possesso di tali dati! COM’E’ POSSIBILE QUESTO? Per mantenere la combustione dei rifiuti sono stati utilizzati almeno 5 milioni di metri cubi di metano, con un costo detassato di oltre 2,5 miliardi di vecchie lire! Sommando i rifiuti, con il metano e l'ossigeno sottratto all'atmosfera per la combustione, per la legge di Lavoisier, "nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma" il mistero è risolto! Gli inceneritori producono molti più rifiuti di quanti ne eliminano. Ciò che impressiona è che la CO2 uscita dal camino supera, in peso, addirittura il peso dei rifiuti trattati. 265.000ton di rifiuti hanno dato ben 283.000ton. di CO2! Che è un gas, quindi con volume ed inquinamento enormi! L'ASM di Brescia vantava di aver riscaldato col teleriscaldamento 30.000 cittadini, e di aver prodotto 39MWh di energia elettrica. Ma con il solo metano consumato dall'inceneritore si potevano già riscaldare 20.000 cittadini, e l'energia elettrica prodotta, ha il costo detto sopra. Oggi l'impianto di Brescia brucia 3 volte più rifiuti che nel 2000!… Con danni triplicati!
La ex municipalizzata ASM di Brescia, oggi gruppo quotato in borsa e, soprattutto dopo la recente e contestata fusione che dovrebbe concludersi entro fine anno, con l'AEM di Milano, uno dei principali operatori nazionali nel settore delle utilities, continua da anni ad elogiare ed incensare i suoi mega inceneritori, chiamandoli termovalorizzatori, quasi un termine linguistico potesse cambiare il senso della realtà. Ai dati citati con cura, aggiungerei la bizzaria tutta italiana della valutazione economica; Per quanto concerne poi la valutazione economica, la cosa diviene perlomeno bizzarra. Infatti costruire un inceneritore, tra la realizzazione dell'opera in sé, lo smaltimento delle ceneri tossiche, la gestione e manutenzione, ed altre cosucce varie, l'investimento supererebbe di gran lunga l'utile. Dove sta il trucco? Semplice, il ricavo di un inceneritore grava sulle spalle dei cittadini sotto forma dei famigerati contributi statali a fondo perduto, delle entrate che ogni comune convenzionato versa per il conferimento dei rifiuti, e dulcis in fundo dalla vendita di energia elettrica e calore. Sempre riprendendo i dati ufficiali L’ASM di Brescia affermava di aver teleriscaldato 30.000 cittadini, e di aver prodotto 39MWh di energia elettrica. Male. Si perché il calore profuso ha comportato l'utilizzo di metano sufficiente a riscaldare circa 20.000 famiglie, per non parlare dell'energia venduta, il cui costo dal 1999 è aumentato a dismisura e probabilmente continuerà a salire dopo la “liberalizzazione” del mercato, che in realtà più che libera concorrenza rischia di creare un regime di oligopolio con tutte le conseguenze del caso. Oggi l’impianto di Brescia brucia almeno 3 volte più rifiuti che nel 2000...; per fortuna proprio di oggi la notizia che la terza linea dell'inceneritore è stata bloccata dalla UE, per la mancanza della Valutazione d'Impatto Ambientale (!) oltre che, fatto ancor più grave nella nostra sempre più fragile democrazia, non aver permesso da parte del ministero l'espressione di osservazioni da parte della società civile prima dell'autorizzazione. Per finire mi sia permesso di riassumere la logica dei cosi detti termo utilizzatori con un a battuta, sia pur datata, ma che sembra calzi a puntino: “più si brucia, più si guadagna”, alla faccia della tanto raccomandata raccolta differenziata.
Truffa a norma di legge
Gli inceneritori vengono finanziati da noi, dalle nostre bollette, col colossale imbroglio dei CIP6 della bolletta enel. E' il capitalismo all'italiana: finanziamenti e debiti pubblici, profitti privati. Si fa bilancio e andamento in Borsa coi nostri soldi. Senza quei CIP6 e relativi contributi pubblici, il business degli inceneritori non si regge su nessuna base economica, nè dal punto di vista energetico, nè dell'efficacia per lo smaltimento dei rifiuti, nè ovviamente sotto l'aspetto ambientale. Per non parlare del criminale attacco alla nostra salute, ma davanti al profitto è l'ultima cosa che conta. E noi possiamo continuare a vivere in un ambiente pessimo e ad ammalarci a norma di legge.
Il "trucco" dell'inceneritore di Acerra
Uno dei principali argomenti ripetutamente proposti dai fautori degli inceneritori, e ribaditi in questi giorni dal Governatore Bassolino, è costituito dall’assunto che il ciclo integrato, pur se virtuoso, non può prescindere a valle da un impianto terminale di incenerimento, dal momento che sarebbe di fatto impossibile riciclare tutto.In questi giorni abbiamo sentito ribadire dal Governatore la necessità non solo di fare partire l’ormai famosissimo inceneritore di Acerra, ma anche di avviare i lavori per il “gemello” di S. Maria La Fossa e infine, sotto la petulante spinta del sindaco di Salerno, aprirne anche un terzo a Salerno. Tali tecnologie sono obsolete ormai in tutta l’Europa, che si è data...
indirizzi di legge precisi volti a rispettare il protocollo di Kyoto e quindi ad eliminare qualunque tipo di impianto più o meno inquinante come gli inceneritori, che in ogni caso aumentano anziché diminuire la produzione di CO2, oltre che cancerogene diossine e pericolosissime nanoparticelle.
Enzo Giustino, nel riportare sul Corriere del Mezzogiorno del 16 giugno 2007 la portata media annua degli inceneritori/termovalorizzatori necessari (200.000 tonnellate/anno) si chiede invece: di quanti ne avremmo bisogno in Campania?
Proviamo allora a dargli una risposta matematica sulla base della conosciuta produzione di rifiuti giornaliera in Campania, che è di 6500 tonnellate al giorno.
Togliendo il minimo del 40% di raccolta differenziata ed il 30% di umido destinato al compostaggio ne consegue che, in una regione Campania con un minimo di corretto ciclo integrato di rifiuti, ne dovrebbero essere smaltiti ( con inceneritori o Trattamento meccanico biologico BMT) circa 1500 tonnellate al giorno per una valore di circa 500.000 tonnellate all’anno. La risposta matematica quindi all’interrogativo di Enzo Giustino è che correttamente in Campania dovrebbe funzionare da solo e al massimo a due terzi della sua capacità solo l’inceneritore di Acerra!
L’inceneritore di Acerra è infatti costruito per smaltire oltre 2000 tonnellate al giorno per circa 750.000 tonnellate all’anno!Perchè in Campania invece gli inceneritori ancora da costruire, anziché da smantellare, sembrano l’unica ed indispensabile “soluzione finale”, di triste reminiscenza nazista anche come proposta verbale? Dove è il trucco?In un autentico gioco da “zecchinetta”, degno degli operatori assunti dai politici per la raccolta differenziata porta a porta ma che non debbono lavorare, come testimoniato dal Commissario Catenacci.
A “zecchinetta” per vincere tutto il denaro del banco occorre entrare in possesso della carta più alta.A “NapoLeonia” (dal “Profeta” Italo Calvino) vince tutto e “sbanca” il banco, incassando gli infiniti miliardi pubblici, non chi fa l’impianto migliore, destinato come in tutta Europa alla “soluzione finale” dei soli materiali post-consumo impossibili da riciclare bruciando un contenuto proporzionato al bisogno dopo avere sottratto il materiale riciclato, ma chi lo fa più grande, al preciso scopo di bruciare tutto il contenuto indifferenziato, e quindi tossico, dei nostri sacchetti!
La Campania intera produce circa 6500 tonnellate di rifiuti al giorno che per un anno significa circa 2.250.000 tonnellate. A pensare male, diceva Andreotti, si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca.Se facciamo quindi tre mega-inceneritori della portata di quello in via di ultimazione ad Acerra (circa 750.000 tonnellate/anno) fanno giusto 2.250.000 tonnellate all’anno. Il gioco sembrerebbe fatto! Esenza perdite di tempo e di risorse nel recupero e riciclo, evitando di fare lavorare gli “amici” assunti per giocare a zecchinetta (quella vera...), lasciando le discariche senza controllo ai soli rifiuti tossici del Nord, e incassando un mare di denaro pubblico proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati: cioè tutti!
E’ un pensiero cattivo senza fondamento?E allora perché in Italia tutti gli inceneritori già in funzione hanno una portata media di circa 90.000 tonnellate/anno, quindi circa otto volte più piccoli di quello proposto ad Acerra, con la sola esclusione dell’inceneritore di Brescia che deve poi inviare migliaia di tonnellate di ceneri tossiche in Germania comunque? E perché in Europa la portata media annua di tutti gli inceneritori censiti al 2002 è pari a circa 150.000 tonnellate/anno , cioè circa 5 volte meno di Acerra?Perché i citatissimi inceneritori di Vienna sommati tutti e tre (compreso quello ancora in costruzione) non fanno tutti insieme la portata del solo inceneritore di Acerra?Perché gli inceneritori tedeschi, dove non vogliono più bruciare le nostre false ecoballe, piene di rifiuti umidi tal quale, non superano le 240.000 tonnellate/anno, cioè in ogni caso non più di un terzo di quello di Acerra?
Non è vero, a mio parere, che ci sia mai stata significativa opposizione popolare alla apertura dell’inceneritore “a griglia” di Acerra, progettato quindi per bruciare non certo materiale CDR (Combustibile per rifiuti), ma tutti i rifiuti tal quale. L’impianto non funziona ancora per i problemi tecnici che si sono venuti a creare per la scellerata decisione di volere a tutti i costi uno degli inceneritori più grandi di Europa in un luogo sbagliato (già colpito a disastro ambientale da rifiuti tossici ), in un tempo sbagliato (tecnologie del tutto superate nel mondo), per bruciare i rifiuti sbagliati (false “ecoballe” di rifiuti tal quale)!A Modena, nei giorni scorsi, l’Ordine dei Medici ha presentato un esposto alla Magistratura penale per contestare l’ampliamento della portata annua del piccolo inceneritore di Coriano (Forlì) da 60.000 a circa 72.000 tonnellata/anno, avendo dimostrato, con studi epidemiologici promossi dalla Comunità Europea, che tali impianti risultano provocare uno statisticamente significativo aumento di varie patologie, e soprattutto di tumori, nei residenti entro un raggio di circa 5 km dall’impianto.
Ad Acerra, se partisse in quella terra già devastata dal cancro e dalle malformazioni congenite provocate dai rifiuti tossici della Camorra e delle Industrie del Nord, il ciclopico impianto da 750.000 tonnellate/anno di incenerimento di pseudo-“ecoballe” di tal quale, cosa dovrebbe fare l’Ordine dei Medici di Napoli? Chiedere la riapertura del Processo di Norimberga?
La organizzazione e la cultura della indispensabile raccolta differenziata a non meno del 40% del totale, la gestione complessiva dei rifiuti ed in particolare il compostaggio dell’umido, l’efficace controllo del tipo e della movimentazione dei rifiuti tossici, non devono più essere oggetto di interventi straordinari per essere attuati in tempi rapidi e con correttezza: devono diventare ordinario e quotidiano patrimonio del vivere civile di ogni cittadino campano, ognuno per la propria competenza!
A noi cattolici basta osservare la volta della Cappella Sistina e il Giudizio Universale di Michelangelo per renderci conto di cosa significa un equilibrato ed integrato “ciclo dei rifiuti”(anime post-consumo corpi), molto diverso da quello progettato e ancora pervicacemente proposto in Campania oggi.Se ci fate caso, non più del 5%-10% del totale delle anime dipinte nell’affresco finisce senza possibilità di recupero nell’Inceneritore di Belzebù. Il ”background” teologico dell’affresco di Michelangelo Buonarroti era attentamente controllato: in Controriforma nasceva quell’enorme impianto di “compostaggio” del Purgatorio.E qualche teologo (non certo Paul Connett) ha motivo di ritenere che persino Giuda potrebbe essere stato “compostato” e riciclato dalla infinita Misericordia di un Dio a chiara opzione “Rifiuti Zero”!
Gli inceneritori vengono finanziati da noi, dalle nostre bollette, col colossale imbroglio dei CIP6 della bolletta enel. E' il capitalismo all'italiana: finanziamenti e debiti pubblici, profitti privati. Si fa bilancio e andamento in Borsa coi nostri soldi. Senza quei CIP6 e relativi contributi pubblici, il business degli inceneritori non si regge su nessuna base economica, nè dal punto di vista energetico, nè dell'efficacia per lo smaltimento dei rifiuti, nè ovviamente sotto l'aspetto ambientale. Per non parlare del criminale attacco alla nostra salute, ma davanti al profitto è l'ultima cosa che conta. E noi possiamo continuare a vivere in un ambiente pessimo e ad ammalarci a norma di legge.
Il "trucco" dell'inceneritore di Acerra
Uno dei principali argomenti ripetutamente proposti dai fautori degli inceneritori, e ribaditi in questi giorni dal Governatore Bassolino, è costituito dall’assunto che il ciclo integrato, pur se virtuoso, non può prescindere a valle da un impianto terminale di incenerimento, dal momento che sarebbe di fatto impossibile riciclare tutto.In questi giorni abbiamo sentito ribadire dal Governatore la necessità non solo di fare partire l’ormai famosissimo inceneritore di Acerra, ma anche di avviare i lavori per il “gemello” di S. Maria La Fossa e infine, sotto la petulante spinta del sindaco di Salerno, aprirne anche un terzo a Salerno. Tali tecnologie sono obsolete ormai in tutta l’Europa, che si è data...
indirizzi di legge precisi volti a rispettare il protocollo di Kyoto e quindi ad eliminare qualunque tipo di impianto più o meno inquinante come gli inceneritori, che in ogni caso aumentano anziché diminuire la produzione di CO2, oltre che cancerogene diossine e pericolosissime nanoparticelle.
Enzo Giustino, nel riportare sul Corriere del Mezzogiorno del 16 giugno 2007 la portata media annua degli inceneritori/termovalorizzatori necessari (200.000 tonnellate/anno) si chiede invece: di quanti ne avremmo bisogno in Campania?
Proviamo allora a dargli una risposta matematica sulla base della conosciuta produzione di rifiuti giornaliera in Campania, che è di 6500 tonnellate al giorno.
Togliendo il minimo del 40% di raccolta differenziata ed il 30% di umido destinato al compostaggio ne consegue che, in una regione Campania con un minimo di corretto ciclo integrato di rifiuti, ne dovrebbero essere smaltiti ( con inceneritori o Trattamento meccanico biologico BMT) circa 1500 tonnellate al giorno per una valore di circa 500.000 tonnellate all’anno. La risposta matematica quindi all’interrogativo di Enzo Giustino è che correttamente in Campania dovrebbe funzionare da solo e al massimo a due terzi della sua capacità solo l’inceneritore di Acerra!
L’inceneritore di Acerra è infatti costruito per smaltire oltre 2000 tonnellate al giorno per circa 750.000 tonnellate all’anno!Perchè in Campania invece gli inceneritori ancora da costruire, anziché da smantellare, sembrano l’unica ed indispensabile “soluzione finale”, di triste reminiscenza nazista anche come proposta verbale? Dove è il trucco?In un autentico gioco da “zecchinetta”, degno degli operatori assunti dai politici per la raccolta differenziata porta a porta ma che non debbono lavorare, come testimoniato dal Commissario Catenacci.
A “zecchinetta” per vincere tutto il denaro del banco occorre entrare in possesso della carta più alta.A “NapoLeonia” (dal “Profeta” Italo Calvino) vince tutto e “sbanca” il banco, incassando gli infiniti miliardi pubblici, non chi fa l’impianto migliore, destinato come in tutta Europa alla “soluzione finale” dei soli materiali post-consumo impossibili da riciclare bruciando un contenuto proporzionato al bisogno dopo avere sottratto il materiale riciclato, ma chi lo fa più grande, al preciso scopo di bruciare tutto il contenuto indifferenziato, e quindi tossico, dei nostri sacchetti!
La Campania intera produce circa 6500 tonnellate di rifiuti al giorno che per un anno significa circa 2.250.000 tonnellate. A pensare male, diceva Andreotti, si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca.Se facciamo quindi tre mega-inceneritori della portata di quello in via di ultimazione ad Acerra (circa 750.000 tonnellate/anno) fanno giusto 2.250.000 tonnellate all’anno. Il gioco sembrerebbe fatto! Esenza perdite di tempo e di risorse nel recupero e riciclo, evitando di fare lavorare gli “amici” assunti per giocare a zecchinetta (quella vera...), lasciando le discariche senza controllo ai soli rifiuti tossici del Nord, e incassando un mare di denaro pubblico proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati: cioè tutti!
E’ un pensiero cattivo senza fondamento?E allora perché in Italia tutti gli inceneritori già in funzione hanno una portata media di circa 90.000 tonnellate/anno, quindi circa otto volte più piccoli di quello proposto ad Acerra, con la sola esclusione dell’inceneritore di Brescia che deve poi inviare migliaia di tonnellate di ceneri tossiche in Germania comunque? E perché in Europa la portata media annua di tutti gli inceneritori censiti al 2002 è pari a circa 150.000 tonnellate/anno , cioè circa 5 volte meno di Acerra?Perché i citatissimi inceneritori di Vienna sommati tutti e tre (compreso quello ancora in costruzione) non fanno tutti insieme la portata del solo inceneritore di Acerra?Perché gli inceneritori tedeschi, dove non vogliono più bruciare le nostre false ecoballe, piene di rifiuti umidi tal quale, non superano le 240.000 tonnellate/anno, cioè in ogni caso non più di un terzo di quello di Acerra?
Non è vero, a mio parere, che ci sia mai stata significativa opposizione popolare alla apertura dell’inceneritore “a griglia” di Acerra, progettato quindi per bruciare non certo materiale CDR (Combustibile per rifiuti), ma tutti i rifiuti tal quale. L’impianto non funziona ancora per i problemi tecnici che si sono venuti a creare per la scellerata decisione di volere a tutti i costi uno degli inceneritori più grandi di Europa in un luogo sbagliato (già colpito a disastro ambientale da rifiuti tossici ), in un tempo sbagliato (tecnologie del tutto superate nel mondo), per bruciare i rifiuti sbagliati (false “ecoballe” di rifiuti tal quale)!A Modena, nei giorni scorsi, l’Ordine dei Medici ha presentato un esposto alla Magistratura penale per contestare l’ampliamento della portata annua del piccolo inceneritore di Coriano (Forlì) da 60.000 a circa 72.000 tonnellata/anno, avendo dimostrato, con studi epidemiologici promossi dalla Comunità Europea, che tali impianti risultano provocare uno statisticamente significativo aumento di varie patologie, e soprattutto di tumori, nei residenti entro un raggio di circa 5 km dall’impianto.
Ad Acerra, se partisse in quella terra già devastata dal cancro e dalle malformazioni congenite provocate dai rifiuti tossici della Camorra e delle Industrie del Nord, il ciclopico impianto da 750.000 tonnellate/anno di incenerimento di pseudo-“ecoballe” di tal quale, cosa dovrebbe fare l’Ordine dei Medici di Napoli? Chiedere la riapertura del Processo di Norimberga?
La organizzazione e la cultura della indispensabile raccolta differenziata a non meno del 40% del totale, la gestione complessiva dei rifiuti ed in particolare il compostaggio dell’umido, l’efficace controllo del tipo e della movimentazione dei rifiuti tossici, non devono più essere oggetto di interventi straordinari per essere attuati in tempi rapidi e con correttezza: devono diventare ordinario e quotidiano patrimonio del vivere civile di ogni cittadino campano, ognuno per la propria competenza!
A noi cattolici basta osservare la volta della Cappella Sistina e il Giudizio Universale di Michelangelo per renderci conto di cosa significa un equilibrato ed integrato “ciclo dei rifiuti”(anime post-consumo corpi), molto diverso da quello progettato e ancora pervicacemente proposto in Campania oggi.Se ci fate caso, non più del 5%-10% del totale delle anime dipinte nell’affresco finisce senza possibilità di recupero nell’Inceneritore di Belzebù. Il ”background” teologico dell’affresco di Michelangelo Buonarroti era attentamente controllato: in Controriforma nasceva quell’enorme impianto di “compostaggio” del Purgatorio.E qualche teologo (non certo Paul Connett) ha motivo di ritenere che persino Giuda potrebbe essere stato “compostato” e riciclato dalla infinita Misericordia di un Dio a chiara opzione “Rifiuti Zero”!
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